L'infinito

L'infinito
Cosa nasconde lo spazio infinito?Ci sono altre forme di vita?Saremo in grado di trovarle?

giovedì 26 maggio 2011

La cosa fondamentale :l'OGGETTIVITA'

Premetto che non centra assolutamente niente con l'argomento del mio blog,però è una cosa che voglio scrivere comunque.

Molti studi accertati attestano ciò:
Esistono 3 livelli: linguaggio verbale, linguaggio non verbale e
linguaggio paraverbale. L’influenza e le caratteristiche di questi
diversi piani di comunicazione sono i seguenti:
1) Linguaggio verbale; 7%- Sono le parole che utilizziamo;
2) Linguaggio paraverbale; 38% - Sono i toni, il timbro, il
volume e l’inflessione della voce;
3) Linguaggio non verbale; 55% - Tutto il resto: la postura,
l’atteggiamento, come si muove il nostro corpo, la posizione che
assumiamo e i gesti che facciamo.

Quindi possiamo ben capire quanto un esame orale falsifichi le vere conoscenze dell'interrogato o chicchessia.Un buon oratore può sapere ben poco o nulla e riuscire a far benissimo e magari uno che sa 1000 volte di più,può fare molto peggio.Secondo me il "SAPERE",la conoscenza,in quasi tutti i lavori è molto più importante del saper parlare(anche se una fusione delle due cose sarebbe il top),sopratutto a medicina dal mio punto di vista.Ripeto,anche il relazionarsi con il paziente è molto importante,ma penso che la cosa fondamentale sia dargli la medicina giusta,sapere dove incidere con il bisturi ecc ecc...
Proprio per i motivi che ho appena detto,secondo me,il metodo di fare solo esami orali(a medicina la stragrande maggioranza)è sbagliato.L'esame orale non è assolutamente oggettivo,e testa la conoscenza dell'esaminando solo su pochissimi punti.
Faccio un esempio pratico:l'esame di anatomia I.Ecco,come fa un professore nel giro di 5-10 minuti(tempo dell'esame)a testare la tua conoscenza in modo esaustivo?semplice...non lo fa.La fortuna(che ti faccia la domanda giusta) e il tuo modo di saper parlare ha un ruolo superiore al 90%.Magari uno ha studiato tutto alla perfezione,saltando un piccolo pezzo e gli viene chiesto proprio quello,così prende un voto basso(in questo caso addirittura non rifiutabile)e magari un altro ha studiato poco o nulla ma è bravo a parlare e gli viene chiesto la cosa che sa un po' meglio e prende un voto molto più alto dell'altro.
Dal mio punto di vista è uno scempio.
Per soppiantare questo problema sarebbe molto semplice.Basterebbe fare esami scritti molto approfonditi,con molte domande a risposta multipla e aperta così che avremo molti benefici:
1)Totale oggettività(sopratutto se a correggere il compito fossero più professori e il compito venisse corretto                
                              al buio,cioè senza sapere il nome del candidato,di cui stanno correggendo il compito)
2)La conoscenza verrebbe testata su tantissimi punti così da saggiare al meglio il livello di preparazione del        
    teste.
3)Si testerebbe solo la conoscenza reale,quelle che sono veramente le conoscenze del teste.
I vantaggi secondo me sarebbero moltissimi.Magari qualcuno potrà dire che anche per rispondere alle domande aperte ci vuole una buona qualità di scrittura,di sintesi e tutto il resto,ma alla fine i concetti,quelli utili al professore per capire a quale voto sia la tua conoscenza,se uno li sa ce li scrive in un modo o in un altro.
In questo modo dal mio punto di vista andrebbero avanti e avrebbero i voti migliori,quelli che se lo meritano.Ora come ora è più un terno al lotto,per il quale il tuo voto dipende da una miscellanea di fattori,che esentano dalle conoscenze necessarie alla pratica di un lavoro,come il medico e molti altri.

Vediamo se riusciamo a trovare qualche "alieno".

La fase di ricerca di possibili pianeti abitati tra i candidati suggeriti da Kepler è iniziata l’8 maggio, quando il Green Bank Telescope, il più grande radio telescopio orientabile, ha potuto lavorare per 24 ore su 86 pianeti di dimensioni terrestri in posizioni “accettabili” per la vita. Ora tocca al milione di appassionati in giro per il mondo analizzare i dati e incrociare le dita.
Non è ovviamente sicuro che tutte le stelle scelte abbiano pianeti abitabili, ma sicuramente sono i luoghi migliori per cercare ET. Il Green Bank dedica circa cinque minuti a ogni stella che mostra di possedere un pianeta con una temperatura superficiale compresa tra zero e 100 °C.
Ricordiamo che finora le ricerche precedenti non hanno dato risultati particolari. Quando si è usato Arecibo, però, si sono osservate stelle simili al nostro Sole, avendole giudicate le più idonee a ospitare la vita. Oggi sappiamo che potrebbe anche non essere così. Purtroppo il grande radio telescopio di Arecibo non può guardare i pianeti di Kepler, dato che è fisso. Poco male. Ci sono altri vantaggi rispetto al gigante di Portorico. Non sarà, infatti, obbligatorio lavorare solo nella linea dell’idrogeno di 21 cm (1420 MHz), in quanto il Green Bank potrà spaziare in un range di 800 MHz, circa 300 volte più ampio di quello di Arecibo. Questo vuol dire che i dati ricavati in un solo giorno sono equivalenti a quelli di un anno di Arecibo (circa 60 terabytes). Sarà molto importante il fatto che il radio telescopio utilizzato coprirà completamente il “buco dell’acqua”, compreso tra i 21 (idrogeno neutro) e i 18 cm (ione OH). Dato che la vita dovrebbe svilupparsi dove c’è acqua, questa banda è l’ideale per avere segnali di forme di vita simili a noi. Forse il miglior “faro” per dirigerci verso razze intelligenti.

Dopo le 86 stelle prescelte, Green Bank passerà a studiare tutte le altre stelle osservate con successo da Kepler.
Estrapolando i dati di Kepler, dobbiamo aspettarci almeno 50 miliardi di pianeti nella galassia. 

Io sono molto ottimista per quanto riguarda la vita nella nostra,ma sinceramente penso che sarà la missione Darwin dell’ESA a scoprire con certezza matematica,la vita alla lunghezza d’onda dell’acqua.
Le ragioni? maggiore risoluzione,maggiore numero di stelle esaminate,e tecnologie più affinate,la certezza ci arriverà tra il 2020 e il 2025 ovvero 5 o 10 anni dopo il lancio della missione Darwin entro il 2015.
Cmq e un inizio per far un paragone Kepler=tv bianco e nero
Darwin= Full HD

Sono molto curioso di vedere cosa ci prospetta il futuro!


mercoledì 18 maggio 2011

Gli asteroidi e un eventuale impatto con la Terra

Le ultime ricerche, collegate al celeberrimo asteroide Apophis, sembravano indicare che la migliore strategia per scongiurare l’impatto di un asteroide pericoloso per la Terra sia quella di cercare di deviarne la traiettoria. Tuttavia, l’esatto rischio di scontro si conoscerebbe soltanto poco tempo prima, quando ormai qualsiasi manovra correttiva sarebbe inutile. Sperare che le Nazioni trovino un accordo preliminare per l’invio di una missione terribilmente dispendiosa, senza una sicurezza del disastro, è utopia pura. Nel caso di Apophis si è arrivati pensino a pensare che sarebbe stato meglio evacuare tutta la California e ricostruirne le città piuttosto che “rischiare” una missione spaziale di correzione orbitale. Questa, purtroppo, è la politica…
Ricordiamo che un eventuale impatto di Apophis con la Terra nel 2036 libererebbe un’energia pari a 68000 volte quella della bomba atomica di Hiroshima. E Apophis è piccolo, nettamente inferiore al chilometro di diametro. Fortunatamente, sembra ormai del tutto scongiurato il pericolo Apophis, ma asteroidi con la cattiva abitudine di passare vicino al nostro pianeta ve ne sono tanti, circa un migliaio superiori al chilometro, e quindi l’evento prima o poi capiterà e la burocrazia politica mondiale, con le sue lentezze e indecisioni, potrebbe portarci verso una fine simile a quella dei dinosauri di 65 milioni di anni fa.
Nel caso di Apophis si pensava di agire con il cosiddetto “trattore gravitazionale”, ossia con un’astronave “pesante”, da inserire molto vicina all’asteroide. I suoi razzi l’avrebbero mantenuta immobile rispetto all’oggetto celeste e avrebbero compensato la sua attrazione gravitazionale. Come conseguenza, dato che anche la piccola astronave avrebbe attratto leggermente l’asteroide, quest’ultimo si sarebbe spostato lentamente verso di lei fino a cambiare l’orbita quel tanto che bastava per non colpire la Terra.
La strategia operativa del trattore gravitazionale
La strategia operativa del “trattore gravitazionale”. L’astronave T è mantenuta “ferma” dai getti dei suoi razzi (controllati in modo da non investire l’asteroide). L’asteroide A è attratto lentamente verso il velivolo spaziale e cambia lentamente la sua orbita attorno al Sole, scongiurando l’impatto.

Bellissima tecnica, ma da eseguire molto tempo prima dell’impatto (anni) e con il problema di far scorrere lentamente l’ipotetico punto di scontro sulla superficie del nostro pianeta. Questo si sarebbe spostato lungo un arco lunghissimo, attraversando Nazioni diverse, prima di uscire dalla Terra. E chi avrebbe diretto le manovre? E se si fosse guastato il sistema spaziale? E se magari fosse stato “bloccato” volontariamente sopra qualche paese “scomodo”? Insomma, il gioco del potere e degli interessi economici avrebbe facilmente vinto sui rischi di una catastrofe “locale”.

Nel frattempo. Però, qualcuno ha pensato anche a soluzioni diverse. Una sembra particolarmente interessante, anche perché estremamente semplice e -a prima vista- banale. Come spesso capita, sono proprio le idee ovvie che si dimostrano le più intriganti: in fondo le leggi della Natura sono molto meno complesse delle formule intricate che si costruiscono quando ancora si brancola nel buio. Gregory Matloff del City Tech di New York, in collaborazione con la NASA ha scoperto l’uovo di Colombo, forse pensando a quanto capita comunemente sulle comete.
Queste ultime, a mano a mano che si avvicinano al Sole, e quindi si riscaldano, iniziano a sublimare il ghiaccio che le compone, liberando getti di gas che si disperdono nello spazio. Parecchie missioni hanno mostrato benissimo come questo avviene naturalmente.

Durante queste fasi peculiari, la cometa non segue soltanto la legge dettata da Newton, ma subisce effetti non gravitazionali derivanti dai getti di materiale. Ne deriva che il suo movimento è difficilmente controllabile e la sua traiettoria subisce variazioni anche importanti.
Gli asteroidi non sono, ovviamente, come le comete, ma non sono nemmeno troppo diversi. Sicuramente il calore del Sole non riesce a fargli sublimare il ghiaccio (sempre che ne abbiano) e nemmeno a modificargli l’orbita, se non solo attraverso la pressione di radiazione e alcuni effetti di piccola entità che tendono a farli migrare lentamente verso le zone più interne o più esterne, su tempi lunghissimi. Noi, invece, avremmo bisogno di qualcosa di veramente rapido e decisivo.
Tuttavia, se non si può cambiare la composizione degli asteroidi, si può cambiare la “potenza” del calore solare. Matloff ha così studiato la possibilità di riscaldare sufficientemente la superficie di un asteroide in modo da creare un getto di materia gassosa, tale da cambiargli l’orbita di quel tanto che basta per scongiurare la catastrofe. Per concentrare i raggi solari, sarebbero sufficienti due vele solari (non servirebbero solo per viaggiare nello Spazio…) posizionate nel punto giusto e con le giuste dimensioni. Esse sarebbero costruite con superfici di metallo riflettente sottilissime, pari a un decimo dello spessore di un capello umano. Esse viaggerebbero per un anno a fianco dell’asteroide e ne riscalderebbero una sua parte fino a creare un getto violento e continuo di materiale. Insomma, creerebbero una cometa artificiale e controllata.
Per potere ottenere lo scopo bisogna studiare bene fino a quale profondità deve arrivare il calore. Né troppo in profondità (col rischio di scaldare soltanto), né troppo superficialmente. Matloff e il suo gruppo hanno indicato che la giusta posizione dovrebbe aggirarsi intorno al decimo di millimetro sotto la superficie. Ovviamente, ciò dipenderebbe anche dalla struttura fisico-chimica dell’asteroide, ma le osservazioni spettroscopiche preventive darebbero i dati necessari.
Le ricerche di laboratorio continuano, agendo su esempi di svariati meteoriti, in modo da avere una chiara idea di quando, quanto e come si dovrebbe agire a seconda della composizione dell’oggetto “bersaglio”. Si comincia anche a pensare di utilizzare il passaggio ravvicinato di Apophis del 2029 per sfruttarlo come banco di prova, non essendoci rischi di alterare la situazione in modo peggiorativo. Tuttavia, gli USA e la Russia hanno idee discordanti a riguardo. Ovviamente…

Speriamo che prima del “vero” e “sicuro” scontro futuro (che sicuramente prima o poi giungerà), la mente umana sia progredita almeno come la tecnologia spaziale…
I dinosauri sono stati padroni della Terra per più di 180 milioni di anni.Poi un asteroide li ha fatti estinguere...chissà se anche noi avremo questa "fortuna" di vivere così a lungo.Resta il fatto che statisticamente la probabilità che un asteroide(di dimensioni sufficienti a causare una catastrofe) ci colpisca è molto bassa

martedì 17 maggio 2011

Plutone

Plutone è l'ultimo pianeta del Sistema Solare e il più piccolo. Esso si muove attorno al Sole lungo un'orbita molto ellittica. Quando si trova alla massima distanza dal Sole, dista da esso ben 52 volte più della Terra. Quando invece si trova nel punto più vicino, si trova a 'sole" 30 volte la distanza Terra-Sole.
Puoi immaginare quanto sia freddo ed oscuro, dato che a quella distanza raccoglie solo una piccolissima parte della luce solare.
A causa della sua enorme lontananza, è stato scoperto solo nel 1930, da W. Tombaugh. La sua esistenza era stata ipotizzata per spiegare alcune deviazioni nelle orbite di Nettuno ed Urano, esattamente come era successo per Nettuno.

L'asse di rotazione di Plutone è inclinato di 122 gradi sul suo piano orbitale.
L'orbita di Plutone è inclinata di 17 gradi rispetto a quelle degli altri pianeti, che si trovano tutte più o meno sullo stesso piano.
A causa della forma molto ellittica della sua orbita, ogni 248 anni Plutone penetra in quella di Nettuno e vi rimane per circa 20 anni. Attualmente siamo in questa fase, quindi Nettuno è più distante di Plutone.

Plutone è un pianeta molto piccolo e di tipo roccioso, come i pianeti interni del Sistema Solare. E' così diverso dagli altri pianeti che molti astronomi dubitano che si sia formato insieme ad essi. Forse era un corpo che si trovava nelle vicinanze ed è stato catturato dalla gravità del Sole, rimandendo intrappolato in un'orbita.

La massa di Plutone è pari a due millesimi di quella terrestre. La sua gravità è così debole che un uomo di 70 Kg su Plutone ne peserebbe solo 4 e mezzo, meno di quanto peserebbe sulla Luna. Sul nostro satellite, infatti, la gravità è sei volte più piccola che sulla Terra: un uomo di 70 Kg ne peserebbe meno di dodici.


La superficie di Plutone, ripresa per la prima volta dalTelescopio Spaziale Hubble
Plutone è composto per l'80% di roccia e per il resto di acqua e metano ghiacciati. Quando si avvicina al Sole, una parte di questo ghiaccio evapora e intorno al pianeta si forma una tenue atmosfera. Essa è destinata a scomparire non appena Plutone si sarà allontanato ancora dal Sole.

Molto di quello che sappiamo di Plutone lo dobbiamo al Telescopio Spaziale Hubble. Esso infatti ha potuto osservare Plutone senza il disturbo dell'atmosfera terrestre. In questi anni Plutone si trova abbastanza vicino al Sole, e bisogna approfittarne!


Plutone e Caronte. 
Plutone possiede un unico satellite: Caronte. La sua massa è un tredicesimo di quella di Plutone e il suo diametro circa la metà.

Per questo motivo, i due vengono considerati più come un sistema di due pianeti che come un pianeta e un satellite. Infatti di solito i satelliti sono molto più piccoli dei pianeti attorno ai quali orbitano.
Caronte possiede anch'esso acqua e metano ghiacciati sulla sua superficie.

Plutone è l'unico pianeta che non è stato ancora esplorato da alcuna sonda. La NASA sta preparando una missione diretta proprio verso Plutone e Caronte: la Pluto Express. La sonda partirà probabilmente nel 2001 e raggiungerà il pianeta in soli 7 anni. Essa studierà il suolo e l'atmosfera di Plutone, prima che esso si allontani troppo dalla Terra nel suo moto orbitale.
Ecco un video su Plutone e Nettuno.

http://www.youtube.com/watch?v=KO_IjhvK-LA&feature=related



venerdì 13 maggio 2011

Pianeta Terra

Ci sono moltissimi video stupendi su you tube!

La Terra, terzo pianeta del Sistema Solare, e' il solo ad ospitare forme di vita. Essa si puo' infatti sviluppare solo in determinate condizioni, come quelle terrestri. La temperatura e la pressione sulla Terra, la sua distanza dal Sole, la composizione dell'atmosfera e la presenza di acqua, sono uniche in tutto il Sistema Solare. La Terra e' anche il pianeta che presenta la maggior varieta' geologica. La Terra si muove nello spazio lungo la sua orbita con una velocita' media di 30 Km/s. L'orbita terrestre attorno al Sole ha un'eccentricita' piuttosto piccola (0,0167). Il raggio medio dell'orbita, detto Unita' Astronomica, e' pari a 149.598.000 Km, la distanza dal Sole al perielio e' 147,10 milioni di Km, mentre all'afelio e' 152,10 milioni di Km. L'asse di rotazione terrestre e' inclinato di 23o27' sul piano dell'eclittica. A causa di questa inclinazione, i due emisferi terrestri sono esposti alternativamente a periodi di massima e di minima insolazione, dando luogo al fenomeno delle stagioni. Questo avviene su tutti i pianeti il cui asse di rotazione sia sensibilmente inclinato sul piano orbitale. La massa della Terra e' pari a circa 6 miliardi di miliardi di tonnellate (5,976 1027 g), la sua densita' media e' 5,517. E' il pianeta piu' denso del Sistema Solare. La Terra possiede un satellite, la Luna. La sua interazione mareale con la Luna e l'attrito degli oceani sulla sua superficie hanno provocato nel corso dei millenni un lievissimo rallentamento del moto di rotazione terrestre (di circa 25 secondi ogni milione di anni) e un progressivo, anche se lentissimo, allontanamento della Luna: qualche decimetro all'anno. Il nostro pianeta ha la forma approssimativa di un ellissoide. Il suo schiacciamento e' molto lieve: il raggio equatoriale terrestre e' pari a 6.378 Km e quello polare a 6.357 Km. In realta' la Terra ha una forma irregolare, costellata di protuberanze e depressioni, detta geoide. Questa figura richiama la forma di una pera, con una prominenza al polo Nord e un leggero schiacciamento al polo Sud. La Terra e' suddivisa in diversi strati, ciascuno dei quali con proprieta' chimiche e fisiche diverse. Dall'interno alla superficie, distinguiamo: il nucleo, il mantello e la crosta. Dal punto di vista della sua composizione chimica, il pianeta e' dominato dal ferro (34,6 %) e dall'ossigeno (29,5 %), seguiti dal silicio (15,2 %), dal magnesio (12,7 %) e dal nichel (2,4 %). Tutti gli altri elementi non superano il 5 %. NUCLEO - Il nucleo comprende il 16 % del volume del pianeta e un terzo della sua massa. La sua struttura, pur non essendo visibile, e' stata determinata a grandi linee grazie allo studio delle onde sismiche e della loro propagazione all'interno della Terra. Questa regione si divide a sua volta in un nucleo interno fluido, dello spessore di 1230 Km circa, e un nucleo esterno solido dello spessore di 2250 Km. Il nucleo e' composto per lo piu' di ferro e nichel, con tracce di altri elementi piu' leggeri. La sua densita' e' compresa tra 10 e 11 e la sua temperatura puo' raggiungere i 7.500 oC nel centro. Esso e' sottoposto ad una pressione enorme da parte degli strati superiori: 3,6 milioni di atmosfere; per questo motivo, oltre che per l'alta temperatura, il nucleo interno si trova allo stato liquido. MANTELLO - Il mantello costituisce la parte predominante del pianeta: 83 % del suo volume e 68 % della sua massa. La sua densita' e' compresa tra 4 e 5. Esso si divide, come il nucleo, in due strati, entrambi solidi: un mantello inferiore, dello spessore di 2.250 Km, ed un mantello superiore di circa 390 Km, separati da una zona di transizione dello spessore di 250 Km circa. Anche questi vengono studiati attraverso le onde sismiche; inoltre le eruzioni vulcaniche portano in superficie parte del materiale del mantello, sotto forma di lava, e permettono di determinarne la composizione chimica. Il mantello inferiore e' composto per lo piu' da silicato di magnesio e silicato di alluminio, quello superiore invece da silicati di ferro e magnesio. CROSTA - La crosta terrestre e' per lo piu' composta da quarzo (diossido di silicio) e altri silicati come il feldspato. Il suo spessore medio e' di 40 Km, ma varia da 5 Km al di sotto delle fosse oceaniche fino ai 50 Km in corrispondenza delle catene montuose. La densita' media della crosta e' pari a 2,8, ed essa rappresenta l'1 % della massa terrestre. A differenza di quella degli altri pianeti, la crosta terrestre e' suddivisa in grandi lamine o zolle che fluttuano sulla superficie del mantello. La teoria che descrive il loro moto prende il nome di "tettonica a zolle". Essa ha spiegato la formazione della struttura attuale dei continenti; nel quadro di questa teoria, inoltre, si possono spiegare fenomeni come i terremoti e il vulcanismo terrestre.

giovedì 12 maggio 2011

Giove

Posto tre video su Giove.Consiglio la visione perchè sono veramente
 fatti bene.




Giove è il quinto pianeta del Sistema Solare ed è il più grande. La sua massa è 318 volte quella terrestre, cioè ben due volte e mezzo quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme! 

Il suo volume è così grande che potrebbe contenere 1.300 pianeti come il nostro. La sua forza di gravità, inoltre, è tale che un uomo di 70 Kg su Giove ne peserebbe 185. Essa influenza perfino le orbite dei pianeti vicini.
Giove è il quarto oggetto più luminoso del cielo, dopo il Sole, la Luna e Venere. E' un pianeta gassoso, infatti la sua densità è molto minore di quella della Terra.
Giove è composto per i tre quarti da un enorme corpo di idrogeno allo stato liquido, circondato da un'atmosfera spessa e densa di idrogeno, elio e metano. Probabilmente all'interno c'è anche un nucleo centrale roccioso.



Giove è ricoperto di nubi di cristalli di ammoniaca ghiacciata e composti del fosforo, del carbonio e dello zolfo. Le nubi si dispongono in fasce orizzontali alternate di vari colori, che si muovono in senso opposto l'un all'altra. Esse vengono spinte da venti fortissimi e raggiungono velocità maggiori di 600 Km all'ora! L'attrito tra le diverse fasce produce dei vortici, che appaiono come macchie di forma ovale.



Il più grande tra questi vortici è la Grande Macchia Rossa. Si tratta di un'enorme tempesta nell'atmosfera di Giove; essa appare come una macchia ellittica di colore rossastro, lunga ben 25.000 Km e alta 12.000.


La Grande Macchia Rossa è ben visibile ed è conosciuta da più di 300 anni, cioè da quando Giove è stato osservato al telescopio le prime volte.
Giove orbita intorno al Sole in quasi 12 anni, ad una distanza di circa 780 milioni di chilometri. Il pianeta ruota attorno al proprio asse molto velocemente: un giorno su Giove dura meno di 10 ore.
Il pianeta possiede un campo magnetico molto forte, ma con i poli invertiti rispetto a quello terrestre. Se tu potessi portare una bussola su Giove, l'ago segnerebbe il Sud al posto del Nord.
Dettaglio della regione della Grande Macchia Rossa, ripreso dal Voyager 1. (NASA-JPL)



Gli astronomi hanno scoperto che Giove emette due volte più energia di quella che riceve dal Sole.

Questo significa che deve possedere qualche sorgente interna di energia. Probabilmente il pianeta si sta contraendo lentamente: questo meccanismo libera calore. Infatti si pensa che la temperatura nel centro di Giove sia alta: 20.000 gradi.



Giove possiede almeno 16 satelliti, ma forse ce ne sono altri ancora sconosciuti. I quattro satelliti più grandi (Io, Europa, Ganimede e Callisto) sono noti fin dal 1610, quando per la prima volta Galileo Galilei li osservò al cannocchiale. Per questo motivo essi vengono detti satelliti galileiani.



Io 

Europa
Europa 

Callisto
Callisto 

Ganimede
Ganimede
Giove è stato visitato per la prima volta nel 1973 da una sonda, il Voyager 1. In seguito il Voyager 2, le sonde Pioneer 10 e 11 e la sonda Ulysses si sono avvicinate al pianeta per studiarlo. La missione più recente è quella della navicella Galileo della NASA, che si trova ancora in orbita attorno al pianeta.

Nel dicembre del 1996, la navicella ha sganciato una sonda che è penetrata nell'atmosfera di Giove e ha inviato informazioni sulla sua composizione e sul campo magnetico del pianeta.



Il Voyager 2 scoprì dei deboli anelli intorno a Giove; questo fu una sorpresa, perché si pensava che soltanto Saturno ne possedesse.
Gli anelli di Giove sono molti sottili e poco luminosi. Essi si estendono fino a 130.000 Km di distanza dal pianeta. Sono composti da minuscole particelle di roccia e ghiaccio; probabilmente si tratta di qualche piccolo satellite di Giove che si è frantumato.




Nel luglio del 1994, la cometa Schoemaker-Levy è precipitata su Giove. L'evento è stato molto spettacolare ed è stato seguito dagli astronomi e dal pubblico con grande interesse.




I frammenti della cometa Shoemaker-Levy mentre si dirigono verso Giove. (NASA-STScI)



Immagine della regione di Giove sulla quale è caduto un frammento della cometa. L'immagine è stata ripresa in luce infrarossa.(ESO)
La cometa si è spezzata in almeno 21 frammenti prima di scontrarsi con Giove. Ogni frammento, nell'impatto con l'atmosfera del pianeta, ha lasciato dei segni molto evidenti.


mercoledì 11 maggio 2011

Titano

Mano a mano che si analizzano le immagini ed i dati provenienti dalle misure radar e spettroscopiche, Titano continua ad assomigliare sempre di più al nostro pianeta, malgrado la temperatura superficiale sia estremamente più bassa. Nessun altro pianeta del Sistema Solare è così vicino alle caratteristiche terrestri. Vi sono pochissimi crateri da impatto, mentre si sono rilevati catene di montagne, dune e parecchi laghi. La presenza di liquido sulla sua superficie ne fa già un corpo unico. Ma che liquido è? Non certo acqua, che non potrebbe mantenersi in tale stato ad una temperatura che sfiora i 180° centigradi sotto zero. I laghi sono composti da idrocarburi, quali il metano e l’etano. E proprio questi composti svolgono lo stesso ruolo del ciclo dell’acqua sulla Terra. Essi evaporano e ricadono sulla superficie sotto forma di pioggia e neve. Per cui esistono in tutte e tre le classiche forme: solida, liquida e gassosa. La pioggia di metano forma canali, nuovi laghi e causa una veloce erosione dei crateri da impatto, in modo simile a quanto capita sulla Terra.
Importante è anche l’attività vulcanica. Ovviamente non viene espulso magma incandescente, ma una fanghiglia di ghiaccio d’acqua ed ammoniaca. E’ stata coniata per questi vulcani la parola “criovulcani”, ossia vulcani freddi. Ed infatti nella Hotei Regio si è vista chiaramente la presenza momentanea di un tenue strato di ammonica ghiacciata che è stato poi velocemente dissipato o coperto da altro materiale. L’ammoniaca è quindi sicuramente presente all’interno del corpo celeste. Inoltre, vicino ai depositi provvisori di ammoniaca sono state trovate strutture montuose simili ai nostri vulcani.
La combinazione di ammoniaca, metano ed azoto (presente nell’atmosfera) assomiglia enormemente a ciò che esisteva sul nostro pianeta nelle fasi in cui iniziò la vita biologica. Inoltre vi sono dune formate dal vento e catene montuose che potrebbero essersi formate per presenza di una tettonica, almeno nelle fasi in cui la crosta superficiale subì una contrazione causata dal freddo intense. Si spera adesso di osservare Titano abbastanza a lungo per vedere il susseguirsi delle stagioni. Già si è notato un lago asciutto al polo sud, dove gli idrocarburi sono evaporati per effetto dell’estate. Si spera di vedere negli anni a venire una evaporazione dei laghi posti a nord ed un nuovo riempimento di quelli posti a sud.
Un immagine radar di Titano
Un’immagine radar interessantissima di Titano, anche se a prima vista può sembrare confusa. Al centro vi è un grande lago esteso per centinaia di chilometri. Si notano spiagge, golfi, canali (più chiari). Essendo vicino al polo sud questa estesa superficie liquida è in fase di prosciugamento stagionale.


Insomma, malgrado la temperatura, Titano è un oggetto sorprendentemente vivo da un punto di vista geologico ed è composto da materiali essenziali per la nascita della vita. Chissà .....…

lunedì 9 maggio 2011

Saturno

Saturno è il secondo pianeta per grandezza dopo Giove, al quale assomiglia per molti aspetti. È uno dei pianeti più noti, grazie al suo spettacolare sistema di anelli che lo rende così caratteristico.

Il pianeta orbita intorno al Sole ad una distanza di un miliardo e 429 milioni di Km, completando una rivoluzione in 29,5 anni: ogni stagione dura 7 anni terrestri. Esso ruota rapidamente attorno al suo asse: il giorno su Saturno dura solo 10 ore e 39 minuti.
Anche Saturno è un pianeta gassoso, ed è il più "leggero" di tutti. La sua densità è di appena 0.7, minore di quella dell'acqua: se esistesse un oceano abbastanza grande da contenerlo, esso galleggerebbe!
A causa della bassa densità e della rapida rotazione, Saturno è un pò schiacciato. La forza centrifuga dovuta alla rotazione, infatti, spinge verso l'esterno le regioni del pianeta che ruotano più velocemente, cioè quelle più vicine all'equatore, producendo una forma schiacciata ai poli.

Il pianeta ha un colore giallastro, dovuto alle nubi che lo ricoprono. Come su Giove, anche su Saturno ci sono tempeste e vortici.

L'atmosfera di Saturno è composta soprattutto di idrogeno ed elio, con un po' di metano, ammoniaca e vapore acqueo. Vi soffiano venti fortissimi, con velocità anche di 1.800 Km all'ora!
Sotto l'atmosfera sta un grande strato di idrogeno liquido, come quello di Giove, e un piccolo nucleo solido al centro.




Come Giove, anche Saturno non possiede una vera e propria superficie. Non c'è separazione tra atmosfera e interno del pianeta: scendendo verso il centro, si incontra gas sempre più denso e caldo.
Saturno ha una massa pari a 95 volte quella della Terra. Come Giove, anch'esso si sta contraendo lentamente, generando energia. La temperatura nel centro è di 12.000 gradi.



La sua somiglianza con Giove non finisce qui: anche Saturno possiede un campo magnetico molto intenso, con le polarità invertite rispetto a quelle del campo magnetico terrestre.
Saturno è stato visitato dalla sonda Pioneer 11 nel 1979 e dal Voyager nel 1980. Nessuna sonda è penetrata nell'atmosfera del pianeta.
In questa rara immagine si può osservare una tempesta su Saturno. Essa è visibile come una macchia più chiara del resto del pianeta, vicino al suo equatore; la regione della tempesta è molto estesa: quasi 8000 Km, più del raggio terrestre.

Gli anelli di Saturno sono conosciuti da molto tempo: furono osservati per la prima volta da Galileo all'inizio del '600, ma con il suo semplice cannocchiale lo scienziato non riuscì a capire di che cosa si trattasse. Fu Christian Huygens a identificarli nel 1655, con uno strumento più potente.
La loro bellezza non è dovuta solo ai colori o all'ampiezza, ma anche al fatto che sono molto luminosi. Gli anelli più grossi sono in realtà costituiti da migliaia di anelli più sottili.

Gli anelli di Saturno. (NASA-JPL).
Il sistema di anelli di Saturno è enorme: essi si dispongono in un disco sottile, del diametro di 275.000 Km (quasi la distanza Terra-Luna!) ma spesso soltanto 3 Km.
Gli anelli sono costituiti da una miriade di particelle di roccia, polvere e ghiaccio: silicati, materiali ferrosi e anidride carbonica ghiacciata.
L'anello F, il più esterno degli anelli di Saturno. (NASA-JPL)
Da un telescopio a terra si vedono facilmente due grossi anelli luminosi (detti anelli A e B) ed uno più debole, l'anello C. Ci sono anche degli anelli più scuri tra uno e l'altro, cioè divisioni tra gli anelli. La più famosa è la divisione di Cassini.

Saturno possiede almeno 18 satelliti, dei quali il più grande è Titano. Esso è il secondo più grande satellite del Sistema Solare, dopo Ganimede.



Saturno ha molti satelliti di piccole dimensioni, nascosti tra gli anelli. Si pensa che ce ne possano essere molti altri che ancora non conosciamo.
Titano è l'unico satellite del Sistema Solare a possedere un'atmosfera piuttosto densa. Essa contiene azoto e composti del carbonio, uno degli elementi che costituiscono le cellule degli esseri viventi, e la sua pressione è simile a quella dell'atmosfera terrestre.

Titano. (C. J. Hamilton)


Enceladus. (NASA-JPL)
Nell'ottobre del 1997, la navicella spaziale Cassini è stata lanciata verso Saturno. Una volta raggiunto il pianeta, essa rilascerà la sonda Huygens, destinata a penetrare nell'atmosfera di Titano.Parlerò di quest'ultimo satellite in un post apposito,perchè presenta caratteristiche molto curiose e particolari.

sabato 7 maggio 2011

Mercurio

La rivista "Le Scienze" pubblicata nel maggio 2011,presenta una articolo molto interessante sul Pianeta Mercurio.
La prima  volta che è stato osservato il più piccolo pianeta del Sistema Solare fu il 29 marzo del 1974.La sonda Mariner 10 osservò il Pianeta notando uno dei più grandi bacini di impatto del Sistema Solare,in seguito battezzato Caloris.Questa sonda però non riuscì a rilevare molti dati di questo piccolo pianeta.
Soltanto 34 anni dopo,nel gennaio del 2008,la sonda MESSENGER si è avvicinata a Mercurio trasmettendo immagini centrate su Caloris.Il bacino sembrava un immagine in negativo della nostra Luna.La parte interna del bacino è chiara,mentre quella della Luna scura,colma di antiche lave.Ancora non siamo riusciti a capire questa strana differenza.
Mercurio è un enigma. È grande metà della Luna, ma ha caratteristiche di tipo terrestre, come un campo magnetico globale. La sua superficie è fortemente craterizzata, eppure mostra segni di attività geologica relativamente recente.La sonda ha raccolto immagini dettagliate di un’emisfero mai osservato prima, e rivelando un’attività sorprendentemente violenta del plasma.
La sonda si è inserita con successo nell’orbita di Mercurio a marzo, una manovra complessa a causa dell’elevata velocità orbitale, la vicinanza al Sole e la bassa velocità di rotazione del pianeta.

mercoledì 4 maggio 2011

Umani "VS" Alieni

Partiamo dicendo che l'evoluzione della vita sulla terra comincia circa 4,5 miliardi di anni fa.
"Solamente" 70 milioni di anni fa(dico solamente perchè è un tempo breve rispetto alla presunta nascita della terra)hanno origine i primi esponenti rudimentali di primati;e solamente 15-20 milioni di anni fa si sono evoluti sulla terra i primi ominidi,gli australopitechi.Quindi passando attraverso queste linee evolutive:

siamo arrivati all'uomo come lo vediamo oggi.

Quindi l'evoluzione umana vera e propria è cominciata poco più di due milioni di anni fa.
Un tempo veramente irrisorio rispetto alla presunta nascita della terra e dell'Universo.
Leggendo molte riviste scientifiche che riguardano anche argomenti sulla vita aliena,come ho già scritto in un precedente post,la probabilità che esistano altre forme di vita sono molto elevate.
Prima di tutto bisogna pensare che se davvero i presunti UFO sono già arrivati sulla Terra,allora le loro tecnologie sarebbero così avanzate da permettergli di viaggiare a velocità nemmeno immaginabili lontanamente per le tecnologie di cui noi disponiamo.Quindi se davvero gli alieni fossero già a conoscenza del nostro pianeta,se quest'ultimi fossero stati malvagi e avessero voluto conquistarci l'avrebbero già fatto da tempo.Quindi in questo caso dovremo supporre che siano buoni o che stiano aspettando il momento giusto per eliminarci.

Secondo vari studi se nell'universo esistesse un pianeta vivibile simile al nostro,allora la probabilità che ci sia la presenza di vita aliene sarebbe molto probabile e quasi sicuramente sarebbe centinaia di volte più avanzata della nostra.Questo perchè noi siamo una popolazione giovane come ho detto,quindi al 99% la popolazione aliena sarebbe più "vecchia" della nostro e quindi al 99% molto più evoluta della Terra.
Ai nostri livelli tecnologici siamo ancora ben lontani dalla tecnologia necessaria per viaggiare a velocità necessarie ad arrivare in altre galassie o altre stelle vicine(magari non raggiungeremo mai tale tecnologia),quindi non è detto che se esiste altra vita su altri pianeti,nonostante la loro tecnologia evoluta,possiedano le macchine adatte a giungere fino a noi.
Naturalmente queste sono tutte supposizioni non dette da me,ma da scienziati che ne sanno. Rimangono comunque supposizioni.

Non so se qualcuno di vuoi segue la serie televisiva "The event".Questo telefilm parla di alieni venuti sulla terra per conquistarla.Il motivo di ciò è che la loro stella sta per esplodere quindi devono trovare un pianeta da colonizzare e per far spostare tutti i loro abitanti(circa 3 miliardi),prima che il loro pianeta venga disintegrato ,devono sterminare una parte della popolazione umana.
La trama dal mio punto di vista è molto interessante e nemmeno così irreale come può sembrare.
Prima o poi anche il nostro sole si spengerà,perciò o troveremo il modo di vivere senza 
oppure dovremo trasferirci da qualche altra parte.
Gli scienziati prevedono lo spengimento del nostro Sole,con la distruzione totale del nostro pianeta e di quelli limitrofi(spiegato in qualche post precedente),tre circa 4\5 miliardi di anni.
Quindi ne avremo di tempo.
Certamente bisognerà vedere se riusciremo a sopravvivere per tutti questi milioni di anni o se per qualche altra causa ci estingueremo comunque.Chissà.Mi piace molto pensare a tutte queste cose,anche se non vedrò niente di tutto ciò.

martedì 3 maggio 2011

Risultati sondaggio

Risultato del sondaggio "Credete agli alieni?
-70% ha risposto si
-20% ha risposto forse
-10% ha risposto no

La maggioranza ha risposto si e devo dire che anch'io credo nell'esistenza degli alieni.

GRB: i fenomeni energetici più potenti dell'Universo

I Gamma Ray Burst (GRB), tradotti in italiano come “esplosioni” o “lampi gamma” sono probabilmente i fenomeni energetici più potenti dell’Universo. Essi sono normalmente associati a buchi neri e a stelle di neutroni, a seconda della durata temporale. Due recenti ricerche mi hanno stimolato a parlarne un po’ più diffusamente.



Tre “pilastri” delle osservazioni astronomiche più avanzate (Swift, Hubble e Chandra) hanno studiato uno dei lampi gamma più strani mai individuati. La sua durata supera abbondantemente quanto osservato finora: dopo oltre una settimana la radiazione ad alta energia continua imperterrita a prodursi, aumentando e affievolendo la sua luminosità. Generalmente i GRB più lunghi non superano le poche ore. La spiegazione più accreditata, al momento e in attesa di nuovi studi, presuppone la distruzione per effetto mareale di una stella avvicinatasi troppo al centro della sua galassia, il cui gas sta precipitando verso il gigantesco buco nero centrale. La materia in caduta, combinata con la rotazione dell’oggetto supermassiccio, produrrebbe il getto gamma lungo l’asse di rotazione. Se noi fossimo proprio in direzione di questo getto (osservabile sia nel gamma che nell’X ) si potrebbe assistere ad un evento energetico di tale durata.

Molte altre volte, i GRB sono invece estremamente corti nella loro durata. In questo caso si pensa comunemente che siano causati dalla fusione di due stelle di neutroni. Un super computer tedesco a Potsdam ha simulato questo fenomeno e avvalorato l’ipotesi teorica. Esso ha descritto la collisione di due stelle di neutroni e ha dimostrato come questo evento possa produrre la struttura magnetica atta a causare il getto ad alta velocità associato al breve lampo gamma. Non è stata impresa da poco, dato che il fenomeno è brevissimo, dell’ordine di 35 millisecondi, tre volte più veloce del battito di ciglia. GRB di questo tipo emettono normalmente, nel giro di pochi secondi, più energia di quella prodotta dalla nostra intera galassia in un anno intero. La simulazione ha permesso di seguire nei dettagli la formazione del campo magnetico straordinariamente intenso durante la fusione delle due stelle. Vale la pena descrivere brevemente i singoli passi del processo.

Guardate i dati incredibili che fuoriescono da tutto ciò.

La simulazione comincia con due stelle di neutroni orbitanti a una distanza reciproca di una ventina di chilometri. Ognuna ha una massa di 1,5 volte quella del Sole, compressa in un volume di circa 25 km di diametro. Il campo magnetico associato è un trilione di volte quello del Sole. In 15 millisecondi le due stelle collidono, si fondono e si trasformano in un buco nero rotante di massa pari a 2.9 volte quella della nostra stella. L’orizzonte degli eventi ha dimensioni di solo 10 km. La materia superdensa raggiunge temperature dell’ordine dei miliardi di gradi. La fusione aumenta sensibilmente la potenza del campo magnetico anche se crea un certo scompiglio nella sua direzione. Nei successivi 11 millisecondi, il gas che ruota vorticosamente a velocità prossime a quella della luce, intensifica ancora di più il campo magnetico che, alla fine, raggiunge valori migliaia di volte quello originario delle due stelle di neutroni. Esso si organizza geometricamente formando nel contempo due getti di particelle ultra veloci lungo l’asse di rotazione del buco nero, che causano il lampo di raggi gamma.

La sequela di immagini ottenute durante la simulazione al computer della fusione di due stelle di neutroni che si trasformano in un buco nero